EPISTOLARIO

Le lettere rappresentano una fonte di grande interesse storico e musicologico,

offrendo testimonianze dirette sul lavoro del Maestro e sul contesto culturale in cui operava. 

L’epistolario si configura non solo come una preziosa testimonianza personale e artistica,

ma anche come un documento storico capace di restituire il clima intellettuale e politico di un’intera epoca. 

Il carteggio si protrae tra il 1930 e il 1965, coprendo un arco cronologico che attraversa momenti cruciali della storia italiana: dall’affermazione del regime dittatoriale fascista alla Seconda guerra mondiale, fino al secondo dopoguerra. 

L’epistolario documenta lo scambio di corrispondenza tra il Maestro e alcune tra le principali figure del panorama musicale dell’epoca, oltre al ricco carteggio intrattenuto con la Casa Editrice Ricordi. 

Luciano Chailly, Arnaldo Bonaventura, Ildebrando Pizzetti, Pietro Annigoni, Michelangelo Abbado, Antonio Fanna, Alberto Salimbeni, Maurice Onderet e Siegfried Naumann sono alcuni dei protagonisti del Novecento artistico italiano con cui il Maestro intrattiene relazioni professionali o amicali, testimoniate nelle lettere. 

La parte più consistente del carteggio riguarda la corrispondenza con la Casa Ricordi tra il 1930 e il 1960 circa, in particolare con Renzo Valcarenghi, Carlo Clausetti e Alfredo Colombo, che guidarono la società in anni complessi, segnati dal fascismo e dalla guerra.  Gli argomenti affrontati spaziano dalla pubblicazione delle composizioni alle esecuzioni teatrali, fino alla gestione dei danni subiti da spartiti e manoscritti per i bombardamenti. 

Due lettere antiche scritte in italiano, datate rispettivamente 13 ottobre 1936 e 15 giugno 1938, con cartellini del editore G. Ricordi & C. e indicazioni di indirizzi e firma. Sono riposte sopra un sfondo bianco.

La grafia del Maestro è ampia, rapida e immediata, caratterizzata da abbondanti sottolineature e punti esclamativi. Il suo stile epistolare rispecchia il suo approccio diretto, spontaneo, spesso ironico e divertente, senza mai tralasciare la profondità della sua preparazione musicale e della sua cultura.

24 aprile 1933

Carissimo Bonaventura, grazie infinite delle tue calde parole che guarderò di meritare sempre di più, in barba a chi mi vorrebbe vedere col testone tra le mani, intento a scegliere scartare rifare ripunzare vagliare superare integrare sintetizzare lambiccare stilizzare tormentare insomma intento a rompere le scatole alla gente con della musica sfatta e smorta!

Grazie, ti abbraccio, Tuo Montani. Tanti doveri alla gentile Signora

Domenica, 2 luglio 1933

Carissimo Bonaventura, hai visto la tua recensione in Musica d’Oggi? Non posso fare a meno di rinnovarti vivissimi e tantissimi ringraziamenti! È, fra le varie recensioni della fantasia, quella che più mi sta a cuore e te ne sono veramente grato.

Saluta la tua buona e gentile Signora e accogli dal tuo Vecchio Montani i più cordiali e affettuosi auguri di buona estate serena e bella!

(ed ora non ci sta più la firma perché mi sono già nominato, sicché vorrai scusare se ti mando un’anonima!) Ma via rifacciamo la chiusa:

Ti abbraccio e sono il tuo affezionatissimo Montani… Ecco, così mi va.

Epistolario dalla Biblioteca del Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze

Tre vecchie cartoline colorate di dimensioni diverse, con testo stampato e scritto a mano, una con una didascalia in italiano, e tutte con francobolli e timbri.