“Non so se fra le categorie degli intellettuali ve ne sia una più disgregata della nostra di musicisti e insegnanti.

Noi possiamo veramente dirci egregi anche in senso strettamente etimologico:

siamo davvero fuori del gregge.

Nulla di male. Anzi, qualcosa di pittoresco:

solitari all’ombra dei monumenti delle nostre residenze, ricordiamo quasi le Muse inquietanti di De Chirico”.

DIDATTICA

Pietro Montani ha ricoperto la carica di Maestro di pianoforte, principale e complementare, al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze dal 1920 al 1932. Dal 1933 al 1965 mantiene l'incarico per la cattedra di pianoforte, principale e complementare, al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e nel 1965 viene nominato ad honorem presidente dell'Accademia Filarmonica di Bologna, incarico che mantiene fino all'anno della morte, nel 1967.

Quarantacinque anni dedicati all’insegnamento sono una conferma della vocazione per la didattica e dell’interesse nei confronti delle nuove generazioni di musicisti.

Fin dai primi anni della carriera, il Maestro dimostra una profonda conoscenza sulle questioni inerenti all’insegnamento del pianoforte, in particolare sulla teoria della Dinamica pianistica di Attilio Brugnoli, definendolo il suo Maestro.

Il rapporto di fiducia che si è instaurato fin dagli anni ’30 tra la i dirigenti della Casa Ricordi e il Maestro Montani sarà determinante nella scelta di affidargli il compito di rinnovare il catalogo, essenzialmente improntato alle finalità didattiche.

Il lavoro del Maestro dà così vita tra il 1950 e il 1960 ad oltre duecento pubblicazioni: revisioni originali, revisioni delle revisioni altrui, trascrizioni, riduzioni, antologie ed eserciziari.

Le pubblicazioni sono pensate e finalizzate ad offrire un utile strumento di studio, costruito per il principale scopo di sostenere l’allievo nel suo percorso.

“[…] Oggi, forse non a torto, si crede che una revisione tutta consigli e guide, preordinando per ogni dettaglio un'esecuzione quasi obbligata, possa ostacolare, specie nei giovani, ogni eventuale iniziativa personale di interpretazione. […] posso dire tranquillamente di aver lavorato di forbici revisionali con la dovuta rispettosa cautela, legittimando, mi sembra, la speranza nella buona accoglienza da parte dei colleghi, degli studiosi e di ogni intenditore.”

Tre bambini seduti davanti a un pianoforte, guardando e toccando le ottave, con un foglio di musica aperto sopra.